La Storia

L’edificio dell’Ex Ospedale Sanatoriale “Galateo” è oggi un bene culturale, fu realizzato tra il 1932 e il 1934 dall’Istituto Nazionale Fascista per la Previdenza Sociale nell’ambito delle azioni di contrasto alla tubercolosi, che prevedevano la creazione di specifici istituti di cura nei capoluoghi di Provincia, l’immobile infatti fa parte di un insieme di interventi realizzati nel Mezzogiorno d’Italia come a Roma, Palermo e Foggia. L’edificio è frutto di un modello architettonico basato su principi prestazionali che dovevano rispondere alle tecniche di cura messe a punto nei paesi europei e negli Stati Uniti durante gli anni 20 e 30. A metà strada tra razionalismo e liberty l’edificio si presenta in buona e parte integro nei suoi caratteri architettonici, eccetto la zona a sud oggetto di alcuni importanti interventi della fine degli anni ‘90 quando per l’edificio venne previsto un intervento di recupero funzionale e un nuovo ruolo nel panorama ospedaliero pugliese. Il Galateo è rimasto in funzione fino alla metà degli anni 90 poi fu definitivamente abbandonato.

I lavori per la costruzione dell’edificio ebbero inizio nel 1932 e affidati all’Impresa Nervi  e Nebbiosi che era già attiva nella città di Lecce con la costruzione del Magazzino Concentramento Tabacchi Greggi.  Tra i professionisti impegnati nella realizzazione dell’opera si menzionano, il Direttore dei Lavori Ing. Oronzo Pellegrino ed il Direttore di Cantiere Ing. Giovanni Bortoli.

In anticipo rispetto alla prevista consegna dei lavori, il sanatorio viene ultimato per l’inaugurazione del 7 settembre 1934, alla presenza di Mussolini.

In elevato il complesso è articolato con volumi aggettanti, e il corpo di fabbrica di maggiore lunghezza si alleggerisce su entrambi i lati con uno svuotamento della massa muraria, grazie alla sovrapposizione di balconate e, a quota piano copertura, di un’area pensilina su pilotis. Sui prospetti anteriori le tradizionali cornici delle finestre lasciano il posto a riquadri incassati sottoquadro rispetto al piano della facciata, creando un lieve gioco di ombre che conferisce un elegante movimento alla vasta superficie dei fronti edilizi.

Il prospetto principale presenta gli unici elementi di decoro con due sculture in terracotta raffiguranti allegorie della medicina, alloggiate in nicchia al di sopra del pronao che segna l’ingresso principale; inoltre lo stesso prospetto presenta elementi classici compositivi della facciata con mensole stilizzate nei balconi del terzo piano, cornici stondate per le finestre del primo piano e due colonne marmoree che affiancano l’ingresso principale.

Il prospetto posteriore originario presentava una piatta e lunga facciata arricchita da effetti chiaroscurali, movimentata da sinuosi profili metallici sui quali scorreva l’innovativo sistema ad avvolgimento elettrico delle serrande Morelli, che ombreggiavano le verande.

Al piano primo è presente una cappella con altare in conglomerato cementizio effetto marmo bicolore e confessionale ligneo.

(testo tratto dalla relazione di vincolo D.Lgs 22 gennaio 2004 Mibact Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Provincia di Lecce, Brindisi e Taranto”)